La mente ipersemplificata
La sola difesa che una persona ha nella nostra società ipercomunicativa è una mente ipersemplificata.
A meno che non venga abrogata la legge di natura che ci dà solo 24 ore al giorno, difficilmente si troverà un modo per far entrare più cose nella mente.
La mente media è una spugna ormai gocciolante che può assorbire ulteriori informazioni solo a discapito di quelle che già contiene.
Eppure continuiamo a versare sempre più informazioni in quella spugna supersaturata e rimaniamo delusi quando i nostri messaggi non arrivano.
La pubblicità, ovviamente, è solo la punta dell’iceberg della comunicazione.
Comunichiamo tra noi con un’ampia varietà di mezzi stupefacenti.
E con un volume geometricamente in aumento.
Il mezzo potrà anche non essere il messaggio, ma lo influenza seriamente.
Anziché come un sistema di trasmissione, il mezzo agisce come un filtro.
Solo una piccola frazione del materiale originale finisce nella mente del ricevente.
Inoltre, quel che riceviamo è influenzato dalla natura della nostra società ipercomunicativa. «Banalità scintillanti» sono diventate uno stile di vita nella nostra società.
E funzionano.
Tecnicamente, siamo in grado di aumentare il volume della comunicazione almeno di dieci volte tanto.
Per non parlare della TV via satellite.
Ogni casa avrà 50 e più canali tra cui scegliere.
E arriverà ancora di più.
Texas Instruments ha annunciato un dispositivo di memoria chiamato «memoria a bolle» che potrà contenere 92000 bit di informazioni su un singolo chip.
Sei volte più grande del miglior dispositivo di memoria presente oggi sul mercato.
Incredibile.
Ma chi sta lavorando a una «memoria a bolle» per la mente? Chi sta cercando di aiutare il cliente a far fronte a complessità che opprimono la mente a tal punto che la reazione classica di fronte alla ricchezza di informazioni oggi è di stringere le valvole di immissione?
Il livello della nostra attenzione oggi è sceso sotto i 9 secondi.